Visite specialistiche in terapia del dolore
La visita specialistica in terapia del dolore, o visita antalgica, ha lo scopo di studiare e indagare a fondo il dolore cronico che affligge il paziente. Si rivolge a tutti quei casi in cui la convivenza con il dolore ha ripercussioni sulla qualità della vita del paziente. Riuscire a risalire alle cause scatenanti può aiutare lo specialista a trovare la terapia migliore per alleviarne le sofferenze.
La visita antalgica si sviluppa in più fasi: il primo passo è l’anamnesi completa riguardo alla storia clinica della persona, alla presenza di patologie e all’elenco dei sintomi dolorosi avvertiti. Nella fase successiva, il medico si serve di strumentazione specifica per effettuare una valutazione del dolore avvertito e della sensibilità del paziente. Una volta in possesso di tutti i dati necessari, sarà quindi in grado di stabilire la terapia più appropriata ed efficace.
In quali casi ricorrere a una visita specialistica in terapia del dolore?
La terapia del dolore si applica in tutti quei casi in cui la persona avverte una sensazione di dolore cronico, indagandone la fonte e trovando la migliore terapia per curarne i sintomi (e, ove possibile, le cause scatenanti).
Il paziente viene seguito in tutto il suo percorso terapeutico, sia quando il dolore è legato a cause oncologiche che per altre patologie di varia natura. Nei casi in cui vi sia presenza di più malattie concomitanti, lo specialista andrà ad indagare le reali cause che provocano la sensazione dolorosa, con indagini mirate e servendosi di strumentazione all’avanguardia.
Si tratta di un approccio multidisciplinare, che non si limita al puro intervento sul dolore fisico. A questo si accompagna, infatti, un sostegno psicologico, così da permettere al paziente e alla sua famiglia di ritrovare una quotidianità quanto più naturale e positiva possibile.
Visita antalgica: strumentazione, diagnosi e terapia
Durante la visita specialistica in terapia del dolore possiamo oggi contare su macchinari innovativi ed esami all’avanguardia per avere un quadro delle sintomatologie dolorose preciso ed esaustivo. Allo stesso modo il campo di intervento può avvalersi di terapie mirate ed efficaci, che garantiscono effetti benefici di lunga durata.
Ogni caso, ovviamente, dovrà essere valutato dallo specialista nella sua complessità. Sarà il medico a stabilire, dunque, quali esami svolgere e quali terapie siano più appropriate. Il dolore, infatti, è una sensazione molto soggettiva e personale, in cui la sofferenza fisica è di solito strettamente legata alla sofferenza psicologica e viceversa.
Il dolore avvertito viene quantificato attraverso l’uso di una scala di valutazione appropriata. Fra le più comuni indagini preliminari, ci serviamo di:
- Elettromiografia convenzionale: tramite l’uso di un leggero stimolo elettrico che attraversa le fibre muscolari, è possibile indagare il funzionamento del sistema nervoso periferico;
- Q-Sense, o esami quantitativi della sensibilità: il paziente risponde, tramite un pulsante, a sensazioni di caldo o freddo rilasciate dallo strumento, per valutare la soglia di precisione con cui viene avvertito lo stimolo;
- Potenziali Evocati: è un esame che valuta la risposta del sistema nervoso centrale in base a diverse tipologie di stimolazione.
In base ai risultati ottenuti, lo specialista determina la terapia idonea, che può essere di tipo farmacologico, fisioterapico o tramite l’utilizzo di infiltrazioni o dei blocchi nervosi periferici o centrali. Quest’ultima tecnica prevede l’iniezione di farmaci analgesici che vanno a bloccare gli impulsi che trasmettono il dolore ai recettori nervosi. Per qualsiasi informazione aggiuntiva e per prenotare una visita specialistica in terapia del dolore è possibile contattare il dott. Giovanni Franza.